LA PITTURA DI FRANCO BELLARDI, secondo appuntamento con l'ESTATE PIEVESE 2020
Dopo aver approfondito le normative di prevenzione COVID è entrata nel vivo l'Estate Pievese con appuntamenti ed ospiti fino alla fine di agosto. Sabato 25 luglio 2020 è la volta di Franco Bellardi, poliedrico artista che ha con Città della Pieve legami e radici da molto tempo. L'appuntamento è al cortile di Palazzo Corgna alle 18.00.
Un viaggio nei suoi ottant'anni di pittura attraverso le sollecitazioni di Gaetano Fiacconi ripercorrerà i cicli pittorici dell'artista dagli anni Cinquanta ad oggi.
Verso la metà degli anni Ottanta, il critico d'arte Dario Micacchi - cronista dell'arte che ha attraversato e raccontato la cultura italiana attraverso anche l'impegno e la militanza politica - colloca Franco Bellardi dentro la definizione di artista che nel 1924 aveva teorizzato Paul Klee: l'Artista/Albero.
Dalle radici profondissime e dalla grande chioma fogliata l'artista si fa trapassare dall'energia del flusso naturale e storico e le foglie che mette sono tanto diverse dalle radici. Qualità intrinseca dell'artista lasciarsi trapassare dalle spinte estetiche, storiche, economiche e fare del suo fogliame uno strumento proattivo utile a guardare - oggi - il mondo.
Oggi più che mai Bellardi è artista-albero, chiacchierando con lui Gaetano Fiacconi attraverserà i cicli che fanno della sua chioma un meraviglioso e folto mosaico "d'uomo sociale" dice sempre Micacchi - "pittore poeta".
Dalle prime opere degli anni Sessanta, intrise della militanza politica di Bellardi e sollecitate dal clima di profonda incertezza che l'Italia viveva - una narrazione verista, a volte cuda, esplosiva, feroce - l'artista è arrivato ad una narrazione vibrante dove il colore protagonista delinea un figurativo scomposto in piani e punti di vista. Senza mai perdere l'attenzione ai valori civili di libertà e diritti, a quelli sociali di integrazione e divulgazione fino a quelli animalisti e ambientalisti; tutti i cicli di Bellardi hanno segnato un atto artistico anche divulgativo.
Il grande affresco del Giudizio Universale a Colli sul Velino è una summa corale del suo impegno e dei temi vitali per una democrazia sana e partecipata, Bellardi colloca nel giudizio la vita quotidiana: le terre sparse, la fatica dell'uomo e l'uomo, l'infanzia bambina e la vecchiaia saggia, i politici e gli amministratori, gli animali, la loro purezza, la loro vita da preservare.
A Città della Pieve si appresta a raccontare un viaggio lungo cinquant'anni fra arte e storia del nostro Paese condito dalla suprema gioia di vivere di Bellardi e dalla sua trascinante ironia.
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