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MUD - MUSEO DEL DUOMO DI CITTA' DELLA PIEVE è REALTA'. Il "certificato di nascita"


Il Circuito Monumentale del Museo del Duomo di Città della Pieve da domani - 19 giugno, festa dei Santi Patroni Gervasio e Protasio - sarà di nuovo fruibile a cittadini e turisti.

Un evento che la città aspettava da tempo e che dopo restauri, lavori di ammodernamento e nuove musealizzazioni è finalmente realtà.

Nato alla fine degli anni Sessanta, con l'intento di conservare ed esporre alcuni oggetti sacri legati soprattutto al culto, il Museo è sopravvisuto al tempo e alla polvere grazie ad alcuni appassionati e volontari da Don Francesco Tassini ad Enrico Massoli, dai volontari della Confraternita della Misericordia con Carlo Cottini. Negli anni duemila poi è stato oggetto di importanti restauri soprattutto alle murature e ai tetti con un impegno da parte di Don Aldo Gattobigio per giungere a Don Simone Sorbaioli - attuale parroco di Città della Pieve - che ha raccolto l'eredità dei suoi predecessori ed ha compreso appieno il valore storico - artistico e sociale del complesso monumentale del Duomo completando l'opera di restauro e consegnandolo alla città.

Oggi infatti il Museo non è più isolato alle due stanze in cui conservare oggetti sacri e cimeli, ma è parte di un vero e proprio circuito che dalle cripte risale verso le navate della chiesa: un "certificato di nascita della città".

E' oramai accertato da documenti storci e testimonianze artistiche che l'antica Pieve dei Santi Gervasio e Protasio - che in qualche modo si è intersecata con i locali detti delle "Cripte" - è all'origine del nucleo abitativo pievese; come del resto è noto che il passaggio da Castello a Città si ha con l'erezione della Diocesi, tappa fondamentale che è testimoniata dai documenti, ma anche dall'originale Cattedra del Vescovo che il Duomo ancora oggi custodisce.

Un percorso fatto di tesori.

Dalle Cripte, dove alcune decorazioni ad affresco sono state attribuite Benozzo Gozzoli per una somiglianza impressionante con quelle nella cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, tanto da far pensare all'uso di uno stesso "cartone"; dalle cripte al museo dove molti elementi di spicco - alcuni provenienti da chiese soppresse - rendono gli ambienti una "Wunderkammer" in piena regola; fra gli altri due preziosi gonfaloni processionali uno di Antonio Circignani ed uno di Giacinto Boccanera. Elementi che non solo raccontano l'arte a Città della Pieve, ma anche la vita, la devozione, la fede.

Circignani e Boccanera, autori presenti anche nel Duomo il primo - insieme al figlio - con il catino absidale e lo "Sposalizio della Vergine", l'altro con la decorazione della cappella del Santissimo Sacramento ed una preziosissima Via Crucis lungo tutte le pareti perimetrali.

E ancora un filo rosso che lega loro a Pietro Tacca, a Gian Nicola di Paolo e - naturalmente a Pietro Vannucci.

Tutto riporta alle orgini, alla radice insomma un certificato di nascita a tutti gli effetti, un documento della Città e per la Città che sarà fruibile grazie ai giovani ciceroni che negli ultimi anni grazie al felice connubio fra Scuola e FAI sono stati formati ed hanno hanno accompagnato i turisti a scoprire le meraviglie del Duomo.


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