Come Giacomo Villa, il Comune di Montegabbione fa causa ai "potenti". Una cosa che si pote
Ieri il Comune di Montegabbione ha presentato al TAR dell'Umbria un ricorso contro l'Azienda Unità Sanitaria Locale Umbria n.1, un atto formale - sicuramente un atto simbolico - che mette in luce alcune grandi falle nelle decisioni politiche della Sinistra Regionale e Locale dal 1975 ad oggi.
La prima, quella che tutti hanno voluto "insabbiare": il vero bacino d'utenza dell'ospedale di Città della Pieve, città che da molti è appellata quale "città di frontiera", dialogante con la Toscana, l'Orvietano ecc..., da molti e in molti temi: ma non in quello della sanità.
Sempre in merito alla territorialità, questo atto mette in luce un aspetto ben più grave e pratico: le distanze.
Google Maps (come si può vedere nella foto) indica il tempo di percorrenza normale fra l'Ospedale di Castiglione del Lago e Città della Pieve esattamente 28 minuti. Una percorrenza in condizioni di normalità ... e di notte? E con le gelate invernali? Considerando poi la faticosa percorribilità di alcuni tratti stradali (una su tutte al Salto del Prete) è ragionevole credere che quei tempi sono approssimativi; per non parlare dell'eventualità che le ambulanze non siano libere o disponibili al momento dell'emergenze. Purtroppo l'emergenza è storia, una gravissima "storia di piazza" che ha visto la morte di una pievese in attesa dell'ambulanza.
Se anche l'arrivo tempestivo dei medici non avesse scongiurato la morte, ne avrebbe certamente assicurato un decesso più dignitoso, all'interno di un Pronto o Primo Soccorso ... ubicato fatalmente a 500 m, sempre Google Maps, impietosamente, segnala 2 minuti in macchina e 4 a piedi.
Falle che fanno sembrare la chiusura dell'ospedale progettata da politici alieni, o più verosimilmente che non hanno mai trovato un camion, o un trattore nella nostra iperbolica viabilità locale.
Se da un lato l'Amministrazione Politica della Città guidata dal Sindaco Scricciolo rassicura i pievesi in un impegno per la seconda ambulanza, lascia che l'atto simbolico , quello che carnalmente ogni pievese avrebbe desiderato fare (correnti o fazioni politiche a parte) ... lo lascia al Comune di Montegabbione, comune limitrofo che chiaramente legge nella "questione sanitaria" pievese una disservizio per i suoi cittadini che ancora più lontani degli interessati rischiano davvero di "morire per strada".
Una immagine forte, che non serve a "seminare terrore" - come qualcuno vorrebbe banalizzare - ma serve a descrivere un percorso quarantennale adottato dalla Sinistra del Trasimeno e della nostra Regione che vede le città come contenitori tralasciandone il contenuto.
Grazie al Comune di Montegabbione, si ha la sensazione che anche se "oramai non si poteva fare più nulla per colpa degli altri" - celebre frase che ha risuonato ultimamente - qualcuno ci ha provato, qualcuno ha espresso con voce forte e chiara tutto il disappunto, il dissenso e la rabbia anche dei pievesi.
Un pò come fece Giacomo Villa che, pur pensando che forse non si poteva fare più nulla, fece causa, presso il tribunale ecclesiastico, addirittura al Vescovo.
Grazie al suo sacrificio, ma anche grazie ad una causa in tribunale, Città della Pieve per 713 anni ha avuto il suo ospedale.