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"PER ENTRARE IN COMUNE CI VUOLE LA TESSERA" Un badge dà accesso ai servizi al pubblico


Abbiamo assistito, nel corso dell’ormai lontanissima campagna elettorale per le Comunali, ad una profusione di dichiarazioni che auspicavano la partecipazione della cittadinanza alle scelte amministrative e sulla vicinanza - per non dire corrispondenza - tra amministratori e amministrati. Su questa qualità: “Io sono uno di voi, il sindaco pievese” si è fondata gran parte della grammatica della candidatura Scricciolo. Una grammatica semplice e piana, che serviva a far intendere che tutto sarebbe stato più semplice, con meno intralci burocratici… meno complicazioni, insomma. Viste queste premesse, la “blindatura” della sede municipale - in particolare del piano che ospita gli uffici di Sindaco, Giunta e Segreteria - risulta in piena contraddizione con quanto prefigurato.

Da una parte bisogna considerare l’utilità che vi sia una sorta di filtro all’accesso ai vari uffici: questo aiuta, oltre alla sicurezza, anche una migliore organizzazione del lavoro, che dovrebbe tradursi in un migliore servizio.

Dall’altra, però, esiste una questione di valutazione e rispetto di altri diritti e interessi, per esempio la privacy del cittadino, che vanno contemperati con gli altri.

Anche per accedere agli essenziali servizi dell’Ufficio tecnico, infatti, ho personalmente dovuto: a) farmi identificare alla reception; b) lasciare un documento di riconoscimento; c) dichiarare il motivo dell’accesso; d) indicare il nome della persona con la quale avrei conferito; e) utilizzare il badge, una tessera magnetica che mi è stata consegnata alla reception; f) usare esclusivamente l’ascensore per salire al piano interessato; g) ridiscendere a piano terra unicamente attraverso l’ascensore.

Se avessi voluto accedere ad altro piano, avrei dovuto ripetere l’iter procedurale, con altro e diverso badge.

Anche in altri palazzi istituzionali comunali si accede con badge, come a Bologna: motivi di sicurezza, dopo l’ingresso di un uomo armato a Palazzo Bonaccorso e dopo la strage di Parigi, hanno portato a questa scelta. Ma a Bologna, tanto per restare a questo esempio, “l’accesso ai piani che non fanno sportello al pubblico è controllato tramite badge, che si dovrà usare anche per salire in ascensore. Restano invece a libero accesso i primi cinque piani della torre A, dove ci sono gli uffici aperti al pubblico (tributi, casa, edilizia, mobilità, attività produttive), ai quali sarà possibile accedere da ascensori dedicati”(da bologna.repubblica.it del 21 novembre 1015). Dunque, persino alle alte torri di vetro bolognesi gli uffici dedicati ai servizi al cittadino sono a libero accesso. Perché questa scelta diversificata? Forse perché quella amministrazione pubblica ha valutato e bilanciato diversi e opposti interessi facendo scelte che tutelano gli uni senza mortificare gli altri. E così, se da una parte è giusto pensare alla sicurezza di chi lavora all’interno delle istituzioni pubbliche, dall’altra è anche sacrosanto tutelare almeno un po’ la privacy del cittadino utente, che non dovrebbe trovarsi nella situazione di dover spiegare ad estranei - beninteso, che non abbiano una qualche autorità a riguardo - faccende che riguardano proprietà, permessi, istanze e ogni altro personalissimo rapporto tra quel cittadino ed (esclusivamente) i competenti uffici del Comune.


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