top of page

LA SCULTURA DI MANCINI UFFICIALMENTE “PERSA” Per cinquant’anni tratto distintivo e identitario del p


“In riferimento alla richiesta relativa alla scultura in oggetto La informo che le ricerche di documentazioni ed atti e memorie eseguiti in amministrazione non hanno portato a riscontri di sorta. Sono stato informato che ‘.... non sono presenti atti collegati alla suddetta opera, ne si è a conoscenza di passaggi informali che la riguardano ...’. Insieme al Suo aggiungo il mio dispiacere per la perdita dell'opera.”

Con questa nota breve, ma dolorosissima, sembra calare il sipario sulla vicenda della scultura futurista che il Comune di Città della Pieve negli anni Sessanta scelse come opera simbolo delle nuove scuole cittadine.

È il sindaco Fausto Scricciolo che scrive, alcuni mesi fa, in risposta alla nota ufficiale che la nostra redazione aveva inviato.

Era il 2013 e la segnalazione di uno studioso perugino, che si occupava della scena artistica pievese per una rivista specializzata, fece affiorare alla memoria di tutta la redazione l’assenza della grande scultura che per anni aveva “troneggiato” nei giardini antistanti il polo scolastico pievese.

“Già” si disse fra stupore e curiosità “non l’abbiamo più vista”.

Un po’ quello che tutti si chiedono appena, ancora oggi, la si nomina, perché in fondo quella “ferraglia” celeste oramai aveva dato un tratto distintivo ed identitario al luogo.

Unica nel suo genere, ultima testimone di un mondo, quello dei Futuristi, che era riuscito a superare l’impatto col dopoguerra e a mantenere ancora vivi stilemi ed elementi di innovazione costante, in figure di spicco come Gerardo Dottori, Alessandro Bruschetti, Nello Palloni, Edgardo Abbozzo e con loro Romeo Mancini, unico scultore.

Ma la scultura pievese era ed è - anche nel suo nuovo ruolo di grande assente - testimone di una vitalità pievese che ha visto Antonio Marroni ed i suoi figli interpreti e animatori con le celebri “Rassegne d’arte Umbra Contemporanea”, dove i nomi di spicco da Dottori a Bacosi, da Palloni appunto a Mancini erano ospiti della nostra città.

Infine la scultura di Mancini sarebbe stata testimone viva, oggi, di un percorso locale per esperti e appassionati; infatti, il celebre storico dell’arte perugino Antonio Carlo Ponti, nel curare l’unico “atlante” dell’arte contemporanea in Umbria, ha scelto con una scultura, anch’essa monumentale, di Romeo Mancini. E ancora, infatti, fra le pagine di UAC - acronimo di Umbria Arte Contemporanea - la prima guida per il turista che vuole visitare l’Umbria alla scoperta dei luoghi dedicati all’arte contemporanea, e organizzata in otto itinerari, il percorso che tocca il Trasimeno conduce a Magione e più specificatamente fra Agello e Montebuono dove Mancini, per celebrare i martiri partigiani fucilati dai nazifascisti nel 1944, realizzò l'opera "Martiri di Montebuono".

Solo rammarico?

No, affatto, già nella nota al Sindaco Scricciolo la redazione, oltre a segnalare con sgomento quanto si copre di ridicolo una città d’arte che si “perde” un’opera d’arte contemporanea pagata con i soldi pubblici… pensando soprattutto alle sue dimensioni e peso totale, ha ipotizzato azioni di valorizzazione, eventi e promozione che siano utili alla città e che a breve proveremo a concordare con l’Amministrazione.


Caro lettore,

se l'articolo che stai continuando a leggere è di tuo gradimento, se il nostro pensiero incontra il tuo, oppure se lo ritieni offensivo nei confronti di qualcuno, se le informazioni che riportiamo sono errate o pensi possano contraffare la realtà, contattaci.

Il Moggio è una testata registrata in tribunale, tutto quello che esce con il nostro nome è riconducibile agli autori o in mancanza di essi al Direttore.

I giornalisti o i collaboratori sono pienamente responsabili di ciò che pubblicano.

 

Contattaci, comunque, il tuo pensiero è per noi la possibilità di andare avanti.

Grazie

 

bottom of page