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CI AVEVAMO SPERATO! Il tramonto del progetto del Centro Commerciale Naturale evidenzia che la promoz


A meno che non apparteniamo al partito di Cetto La Qualunque, voler bene alla propria città significa togliersi i paraocchi, guardarsi intorno e riconoscere sia i propri difetti, sia i pregi difficilmente imitabili: così si possono far diventare veramente produttive le risorse di un paese, anche correggendo errori di valutazione. Una cosa è certa: solo chi lavora e chi sceglie può sbagliare, e tutti siamo soggetti a prendere delle cantonate. Ecco perché la critica non solo è utile, ma deve far parte della vita, sia privata, sia sociale, pubblica, anche e soprattutto perché la riflessione aiuta ad aggiustare il tiro e a non perseverare nell’errore. Con questo spirito propongo una riflessione che mi auguro possa essere utile soprattutto a chi, come me, si dedica con passione al proprio lavoro e crede, e ha investito risorse personali e familiari, in questa bella città. Quest’anno, in particolare per le festività natalizie, ci si aspettava qualcosa in più anche per il commercio cittadino, visto che era stata costituita una nuova associazione commercianti e che era stato firmato il protocollo per la realizzazione del centro commerciale naturale, un’espressione che sembrerebbe creata apposta per il centro storico di Città della Pieve. Invece… più niente. Va bene che c’è la crisi, va bene che i mega centri commerciali attraggono tanta gente… ma tutti avevamo sperato che l’idea del centro commerciale naturale potesse portare una vera valorizzazione del centro storico, ovvero delle aree pedonali, dell’arredo pubblico e degli addobbi natalizi, all’interno di una visione unitaria e coordinata di iniziative ed eventi. Che dire? Al posto di tutto questo abbiamo ritrovato cartelli stradali mobili per la viabilità, sempre “in allestimento”, automobili vs pedoni anche per il ponte dell’8 dicembre, l’arredo natalizio traslocato e strapazzato per lasciare il posto al mercato settimanale del sabato, persino il giorno di Santo Stefano… Ma che Natale è?! Parliamoci chiaro, a Città della Pieve l’evento natalizio per eccellenza non manca di certo, anche quest’anno il Presepe del Castello è stato davvero “monumentale”, per spessore culturale, oltre che artistico. Al commercio, ma soprattutto a chi è stato affidato il compito di indirizzare la città e l’impostazione della sua valorizzazione, spetta di interpretare questa tradizione pievese, con proposte di qualità per sostenersi a vicenda, dando un ruolo e valorizzando gli spazi, elevando il livello dell’offerta commerciale e dell’accoglienza. Di certo non sono i cartelloni con scritto “sconti” a fare la differenza e a renderci più visibili e attraenti rispetto ad altre belle cittadine. Per questo genere di commercio sono più forti gli outlet e non è con gli outlet dei grandi centri commerciali che siamo in competizione, altrimenti sbagliamo strada e non sappiamo più dove ci troviamo e perché. È proprio un peccato vedere il potenziale che abbiamo, tutti insieme, ciascuno con la propria impostazione, ma forti proprio per questa varietà di offerta, sprecato per mancanza di polso: manca il polso della città, di quello che è in grado di presentare e delle scelte necessarie, anzi vitali, manca il polso per scelte di rotta che sono indispensabili se si vuole che ciò che viene messo a disposizione da associazioni e privati, commercio compreso, non venga seminato inutilmente. Tante associazioni si sono date da fare, anche durante questo Natale, per iniziative che hanno portato segni di festa, di volontà, di impegno, ma se non c’è una guida che sappia tradurre e accompagnare tutto questo con progetti collettivi in grado di valorizzare l’insieme, il lavoro dei singoli si disperde e non porta i risultati sperati. Quando si perde in qualità si perde tutti, da chi ha un’attività da far funzionare a chi ha una casa da affittare o da vendere… È Città della Pieve che perde, e tutto per non voler capire che la promozione è un mestiere e non s’improvvisa. Iniziamo a programmarlo fin da ora il prossimo Natale pievese, per fare bella figura. Se lo merita chi, tra le tante bellezze dell’Italia centrale, sceglie Città della Pieve, e se lo meritano i Pievesi.


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