Le Opere Restaurate di Pomarancio: un percorso artistico pievese sorprendente e prezioso
Nelle ultime settimane Città della Pieve è stata oggetto di attenzioni speciali, la cultura, la tradizione artistica al centro e noi, tutti a beneficiarne. Dopo l’arrivo in città dei reperti etruschi è stata la volta di Pomarancio e la sua “Pentecoste”.
La tela, che arricchisce il primo altare entrando a destra nel Santuario della Madonna di Fatima, è una delle opere rimaste della originaria chiesa francescana, la grande chiesa ad aula che nel dopoguerra Don Luigi Perriccioli, con grande partecipazione della comunità religiosa, dedicò alla “Madonna di Fatima”; primo Santuario in Italia a ricordare il miracolo portoghese. Nella trasformazione ebbe un “concorso” importante della comunità religiosa e laica soprattutto per il ruolo che assunse la chiesa e l’annesso convento durante la guerra ed il passaggio del fronte. Mentre l’altare maggiore accolse la statua della vergine di Fatima, in quelli laterali rimasero le preziose opere che la chiesa francescana possedeva.
Quella di Pomarancio raffigurante appunto “La Pentecoste” ci appare come estremamente interessante è ascrivibile alla produzione della maturità del pittore, che vi si effigia nell'estremo bordo a destra; il suo volto esce e viene messo in evidenza nel contesto del fondale scuro, mentre osserva e fissa lo spettatore negli occhi. Il tema dell’antica festa ebraica del ringraziamento viene poi ripresa nel Cristianesimo e rappresenta l'effusione dello Spirito Santo, come dono del Risorto e la nascita della Chiesa. Al centro della tela la Vergine, con ricca veste dai colori cangianti, è sovrastata dallo spirito Santo che, con la luce divina, irradia e quasi cela l'architettura retrostante; in basso gli apostoli ricevono la luce in forma di una fiammella sopra il capo; alle spalle dei protagonisti si perde, nella penombra, la folla di astanti. Evidenti nel dipinto i legami e le influenze con Annibale Carracci con l'Assunzione nella Chiesa di Santa Maria del Popolo e di rimando a quella del Tiziano. Il restauro oggi ha recuperato l'originale splendore e la ricca cromia reintegrata nelle lesioni e rotture della tela, soprattutto alla sua base, e fissato il colore.
Antonio Circignani detto Pomarancio è figlio d'arte pievese, di Nicolò Circignani detto, anche lui, Pomarancio, per esser nato a Pomarance in Toscana, e' figura di grande interesse che avrà una vasta attività, lavorerà in Umbria, nelle Marche in Emilia, a Roma. La lezione romana, sarà fondamentale: la città a cavallo tra il XV e XVI secolo è luogo imprescindibile per eruditi e artisti che vi si recano per apprendere la lezione delle antichità e quella dei grandi del rinascimento, Roma è inoltre luogo di committenza per eccellenza. Antonio Circignani si configura come un'artista che respira in pieno l'ambiente cosmopolita romano e le novità che da questo derivano, sicuramente la lezione a cui guarda maggiormente e' quella del classicismo Emiliano anche se, come mostrano due opere in città - la Decollazione del Battista nella Chiesa del Gesù e l'ecce Homo piccolo affresco conservato sempre negli ambienti del Santuario della Madonna di Fatima - rimane fortemente colpito dalle atmosfere e lezioni caravaggesche.
Città della Pieve e' ricca di opere di Antonio, alcune negli ultimi anni sono state interessate anche da restauri, la già citata “Decollazione del Battista” e ancora la “Presentazione al Tempio” Nella Sacrestia della Chiesa di Santa Maria dei Bianchi.
Un percorso unico dentro la città che ci aiuta a riscoprire un periodo successivo a Perugino, ma altrettanto ricco e che testimonia la vitalità e sinergia artistica oltre all'importante “dialogo” che Città della Pieve riflette con le capitali della cultura.
Una occasione, in questo periodo di vacanza, per camminare il questo ulteriore e ricco percorso artistico pievese, le opere restaurate di Pomarancio che narrano una vita fervida e preziosa, con una curiosità: guardare in faccia Antonio Pomarancio; il suo volto, i suoi occhi, immersi nella sua pittura e nei suoi colori sgargianti, proprio come quelli della nostra città delle sue atmosfere, tanta arte tanta bellezza.
Città della Pieve: la patria del Perugino, la patria del Pomarancio, la patria di un sottosuolo ricchissimo che credevamo ci avesse restituito tutto e invece … è arrivato Laris.
Ecco la ricchezza della nostra città, quella in cui continuare a credere!