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Che il Santo Natale sia bellezza, meraviglia e pace fuori dalla nebbia.


Sotto la nebbia c'era il mare. La terra sudava e ribolliva trattenendosi. Noi eravamo in alto, sulle case. Eravamo il cuore del mondo che fibrilla.

(Natale 2015)

FILIPPO DAVOLI

Non è facile scrivere un messaggio di auguri quando tutto, intorno, sembra andare verso guerra, egoismi e distruzioni. Allora ho "rubato" all'amico fraterno Filippo Davoli il "breve poetico" natalizio.

L'ho fatto dal profondo del cuore, pensando che solo l'arte ci solleva - l'arte, sia essa affidata a qualunque forma, è il Natale.

L'arte, proprio come Dio, crea, rinnova e dona nascite inattese, l'arte domina le nebbie, anche quelle del cuore.

Città della Pieve ha davvero bisogno di dominare ogni nebbia, di fiorire nell'arte, ne è segno il fortunoso ritrovamento delle urne etrusche, ma più che mai ne è segno la tradizione che fa la nostra storia.

L'augurio è per tutti quelli che credono nella diffusione della cultura e nella sua capacità di mediare, risanare e promuovere.

L'augurio per "Il Moggio" e la sua redazione è quello di non cedere MAI alle nebbie, di illuminare sempre, anche quando illuminare ci fa essere scomodi, anche quando "dire" può sembrare un privilegio e invece è un dovere. Non regalare alla nebbia Romeo Macini, il nostro Ospedale, il Beato Giacomo Villa, non regalare alla nebbia una Piazza Salotto, una Economia basta sulla bellezza, una nuova lettura della città, non regalare alla nebbia la pievesità.

Quella Pievesità che come ha scritto Luca Marchegiani altro non è che " il senso delle linee della città incarnate nei sentimenti"; quelle linee che da secoli emergono dalla nebbia e ci stringono il cuore quando arriviamo dopo giorni di lontananza.

L'augurio, per tutti, di emergere dalla nebbia ed essere "il cuore del mondo che fibrilla".


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