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SALCI: Corsi e Ricorsi Storici? Una nota di Enzo Casolini, salcese, per raccontare i fa


Dopo che il periodico del Comune ha aperto la narrazione della storia di Salci con l'intervista all'attuale proprietario Perrini, abbiamo ricevuto - e con piacere pubblichiamo - questa nota di Enzo Casolini, salcese d'origine che già qualche anno fa aveva condotto "Il Moggio" nella storia di Salci.


"Ho letto con stupore e poi anche con indignazione l'intervista in oggetto fatta al sig. Perrini senza alcun contraddittorio ed uscita sul giornale del Comune.

A leggere quanto dice quel signore, sembrerebbe che lui sia vittima e NON autore del degrado in cui versano il borgo, il castello e la chiesetta di S.Pio (peraltro ormai non più di sua proprietà). Purtroppo invece le vittime sono tutti gli ex abitanti di Salci che sono stati cacciati dal paese dove vivevano da generazioni e da secoli. Ricordo ancora come fosse adesso il pianto disperato di mio padre mentre lasciava la casa dove aveva vissuto da sempre la sua famiglia.

Ricordo anche che la mia pro zia, costretta ultra novantenne a lasciare la sua casa, moriva di li a sei mesi. Questi e tanti altri sono le vittime di questo signore e padrone che non ha mai manifestato alcuna pietà umana, neanche quando i figli sono andati in ginocchio da lui a perorare la causa dei propri genitori!! Alcuni degli abitanti all'inizio degli anni 80 gli avevano anche comunicato che sarebbero stati disposti ad acquistare i propri appartamenti. Niente da fare. Dovevano essere cacciati tutti perché così potevano arrivare i soldi dall'Europa. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il degrado regna sovrano. Addirittura è stato distrutto anche lo chalet dove viveva il guardiano del Castello.

Quanto alle tempistiche relative ad alcuni eventi citati nell'intervista stendiamo un velo pietoso. Il dire che lui ha portato l'acqua alla fontana della piazza Bonelli è disinformazione. Quella fontana esisteva e portava acqua da ben prima dei marchesi Paganini! Era l'unica possibilità di approvvigionamento idrico dei Salcesi.

Per ora basta così, ma ci sarebbe anche molto altro da dire. Un saluto Enzo"


Anche a noi è sembrato strano che si aprisse una nota storica dalla fine, invece che dalle origini.

Iniziare dal declino e da chi ha sempre rifiutato confronto e dialogo - piuttosto che da Alessandro Bonelli di Salci, Enzo Casolini, Massimo Neri o Roberto Ceccomoro che invece hanno messo cuore e anima nella narrazione della storia e nella diffusione delle tradizioni salcesi, ci sembra anacronistico. Forse iniziare dal principio avrebbe scaldato il natale.

A Casolini e a tutti i salcesi va, come sempre, la disponibilità della nostra redazione e del nostro giornale a restare una piattaforma che illumina su memoria, storia e vita vissuta.


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