LA CITTA' del PRESEPE - Tanti "Presepi", ma dimenticare la "Radice Pievese"
Dal 5 dicembre al 6 gennaio Città della Pieve si propone come “Città dei Presepi”. Sarebbe bello credere che la proposta sia autenticamente sentita e condivisa, visto che finalmente il cuore dell’abitato, Piazza Plebiscito, rivela - sia pure rincantucciato - un volto natalizio: le luci, un timido tentativo di verde ben allestito, i presepi. Ma allora chi l’ha pensata crede davvero nella forza di questa proposta? Ha le idee chiare sul suo aspetto e sui contenuti? No, non ci crede veramente e alle parole non corrispondono né i fatti né la consapevolezza del significato che alle parole si vuole dare. Se davvero questa città fosse consapevole del proprio volto e del patrimonio che potrebbe rivelare e offrire ai vecchi e ai nuovi potenziali curiosi di visitarla e di conoscerla, la piazza si presenterebbe veramente come il cuore pulsante di una città che sta costruendo il proprio Natale, unico e da condividere con chi non è pievese, e non sarebbe necessario ricorrere all’arancio autostradale dei coni spartitraffico per evitare la consueta arroganza di certi parcheggi… Amministrare, nelle istituzioni come nelle associazioni, significa confrontarsi e scegliere, non accontentare ora questo ora quello per cercare di attutire il senso diffuso di impoverimento della vita cittadina, in particolare di quella istituzionale. L’immagine della città, se non è la conseguenza di scelte precise su alcune questioni di fondo, risulta non vera, e non convince nessuno: non convince i Pievesi, e soprattutto non convince chi si avvicina alla città cercando autenticità, originalità, il senso delle cose e della vita che ogni collettività si ritaglia sulla propria storia, sulle proprie radici, sul saper fare inimitabile di ciascuna comunità. I dati sul turismo in calo, purtroppo, lo confermano.
Città della Pieve non è la città dei presepi. Semmai, Città della Pieve è la “Città del Presepe”, perché il Presepe è uno solo, ed è per questo che si scrive con la maiuscola… Guardate bene che non si tratta di una sottigliezza grammaticale, ma di una differenza sostanziale e profonda. Tutti i presepi realizzati e visitabili a Città della Pieve hanno valore e sono da apprezzare, ma non è la loro presenza o il loro numero a testimoniare che la nostra città è un’unicum. Tanto per citare un esempio, anche Castiglione del Lago propone la visita a vari presepi realizzati nel territorio comunale: non basta questo per identificarla come “Città del Presepe”. Città della Pieve è la Città del Presepe - una Città, un Presepe - perché nel 1504, i Disciplinati della Vergine si rivolsero all’illustre concittadino Pietro Vannucci per realizzare la decorazione dell’altare dell’Oratorio della Confraternita: il Perugino dipinse un capolavoro, l’Adorazione dei Magi, il meraviglioso Presepe primaverile che lascia senza fiato chi varca la soglia dell’Oratorio dei Bianchi. Città della Pieve è la Città del Presepe perché la stessa Confraternita di S. Maria dei Bianchi, ogni anno valorizza questo inestimabile patrimonio cittadino promuovendo il premio “Presepe in Famiglia”: partecipano scuole e famiglie, con ciò cogliendo l’occasione di riflettere e di elaborare in modo originale il sentimento della Natività e il legame unico che la città ha saputo intrecciare tra Arte e Presepe.
Città della Pieve è la Città del Presepe perché più di mezzo secolo fa eccellenti artigiani pievesi inventarono il Presepe monumentale del terziere Castello, altro capolavoro di abilità, di pazienza e di tenacia, che ha attraversato indenne i lustri e le mode senza scalfire minimamente l’autenticità della cura e del bene regalato alle migliaia e migliaia di persone che ancora si mettono in fila per un viaggio che non somiglia a nessun altro viaggio attraverso l’Annunciazione, la Natività, il Mistero che penetra ogni tempo, ogni anima libera. Città della Pieve è la Città del Presepe perché ogni studente delle scuole pievesi conosce e ha imparato qualcosa dinanzi all’Adorazione dei Magi del Perugino e perché gli alunni della Primaria di Città della Pieve, in collaborazione con un laboratorio locale, hanno realizzato i personaggi in terracotta del Presepe allestito nell'atrio della Scuola. Ecco i perché. Ma tutto questo non si percepisce dalla promozione della città, non si sente, non si vede; la Città del Presepe, quella unica e vera, resta nascosta e in quel plurale che possiamo trovare in ogni città. Dimenticare la "radice pievese" sarebbe un errore, svilita da un plurale senza senso, da replicanti di un originale di cui non si ha tradizione, contezza ... sentimento.