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UNA PIAZZA per NATALE - A Città della Pieve è tempo di bilanci e mentre la piazza si veste di abeti


Una bella sorpresa arrivare a Città della Pieve sul far della sera e trovare, sabato, una piazza piena di gente, luci, presepi, abeti addobbati ed un giardino temporaneo, in tema, che a tutti ha fatto ricordare i preziosi giorni dello Zafferano.

"Piazza salotto" o "Salotto in piazza" ci ha fatto esclamare: Evviva, la piazza la vogliamo così!

Soprattutto nei giorni di festa e nei momenti in cui, mostrarsi con un bel biglietto da visita fa la differenza.

Alternare "piazza salotto" a parcheggio, o peggio ancora mercato, riteniamo sia pericoloso, un miscuglio che deprezza la qualità del lavoro di molti e il risultato generale. Abbiamo però la certezza che, proprio dai giorni dello Zafferano, un nuovo corso sia apparso sulla scena pievese, si tratta ora di valutare, ponderare e scegliere. L'amministrazione comunale ha saputo ascoltare l'ottimo risultato che la piazza giardino aveva ottenuto, mesi fa, riproponendola; ora serve davvero una riflessione globale sul ruolo di questa piazza, sulla sua funzione aggregativa e centrale o di parchegio comodo. Che la stessa sia un parcheggio comodo non c'è dubbio, ma che intorno alla città ce ne siano molti fruibili e vicini è un'altra verità. Paritaria.

Da anni la diatriba su traffico aperto o chiuso infiamma e divide, è vero però che quando la piazza è così bella e "golosa" piace a tutti, unisce, mette d'accordo!

Forse l'inizio potrebbe essere questo, dare alla piazza giardino il ruolo di viatico per il nuovo corso.

Un compromesso che sanerebbe alcune esigenze di spicco della città, ma anche gli animi dei più, meno contenti.

Una piazza vestita di aiuole, panchine, sculture, incursioni d'arte e installazioni tematiche che raccontino tutti i giorni la vita cittadina. Una proposta indecente?

Considerando che proprio a ridosso di questa bella inaugurazione, Il blog del Corriere Pievese lancia dati preoccupanti sulle presenze turistiche cittaine, forse la proposta non è del tutto indecente considerato che quando la città si fa bella raccoglie presenze e consensi.

Il trenta per cento in meno di presenze turistiche è tanto per una città che in potenziale è città d'arte, di tradizione, di artigianato, di cultura, di poesia, di teatro, di paesaggio, di gusto.

Incredibile come le amministrazioni, non solo quella attuale, abbiano pensato ad un progetto globale, un investimento serio con professionisti del settore che non solo disperdano in mille sentieri le nostre ricchezze, siti, pagine, gruppi e fantomatici manager. Un miscuglio incerto, un dialogo spesso assente, ancora nel 2015 con sovrapposizioni, rivalità e inutili frammentazioni che non danno della città l'immagine che merita.

Città della Pieve è "solo" la Città dei Presepi? O è anche la città dove Pietro Vannucci ha lasciato il suo miglior "presepe"? Città della Pieve è "solo" la Città del Palio o è la Città delle Eccellenze artigianali dove il Palio è possibile grazie a sarte, fabbri, falegnami, studiosi della storia del costume e dell'arte? Chi ha le competenze per farlo, con formazione - esperienza - professionalità, dovrebbe ambire ad un progetto unitario che promuova la città per tutto ciò che è e che offre.

Un "manifesto turistico" di una Città dove il turista è una risorsa; Laris, di recente tornato a vedere la luce, ci insegna che stare sotto i riflettori tutti i giorni serve. Auspichiamo questa riflessione, ma non con kit preconfezionati o, peggio ancora, fai da te, un investimento - anche economico - per mettere il futuro turistico della città nelle mani di chi del turismo fa una profe

ssione.


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